La porta di Magda Szabò

Il romanzo tratta il rapporto tra due donne: Magda, una scrittrice con poco senso pratico e Emerenc, la sua governante, una macchina bellica di organizzazione e lavoro. Le due protagoniste sono caratterizzate da una grande divergenza caratteriale e di esperienza di vita; si incontrano nella terra di mezzo del dolore, mentre per una di loro è una costante della vita, per l'altra la costante è tenersene distante il più possibile ma esserne attratta attraverso una morbosa curiosità. In tutto il romanzo le due donne sono una lo specchio dell'altra senza tuttavia riuscire a comunicare in modo autentico. La storia e la descrizione psicologica della loro relazione  va in escalation in un drammatico punto di incontro. La costante è il senso di mancanza, di "quasi", di rincorrersi e sfiorarsi senza arrivare a toccarsi mai fino in fondo.

Ci sono anche un marito, un cane e almeno 9 gatti che hanno la funzione di tratteggiare meglio i caratteri e la relazione tra Magda e Emerenc. Gli animali son veicolo di sentimenti e parole non pronunciate.
Parlano le emozioni non dichiarate,  rinchiuse dietro una porta di solitudine e incomunicabilità: il senso di colpa che fa avvicinare e copre l'affetto, la muta disperazione che diventa irascibilità, la paura di tornare a Vivere dopo dolorose disfatte e tradimenti che viene incoraggiata dall'abnegazione lavorativa, il coraggio della dignità che è l'unica superstite di in una vita umiliata, il peso della vergogna che fa coprire il viso di una verità messa a nudo, il blocco ad aprire il proprio cuore per paura. E dulcis in fundo il non fidarsi mai per finire di fidarsi e sentirsi traditi. Quando a un certo punto ho letto "Magdusza" (vezzeggiativo affettivo di Magda)  mi sono gelata. In questo epiteto il punto di massimo affetto e incontro tra le due.  Per poi fuggire ancora altrove e lontano dove non ci si incontra più. Mi sono polverizzata come i mobili dietro a quella porta, quella del sogno iniziale, quella della casa di Emerenc, quella del suo cuore e quella che Magda ha una morbosa curiosità ad aprire..

Che particolare modo di narrare e di descrivere quel che in realtà accade: la difficoltà di comunicare della protagonista narrante lasciata al lettore così visibile attraverso i suoi lunghi pensieri. Quante volte Magda non parla ma sono i suoi pensiero solo a farlo. In un film ci sarebbe dato di vedere il viso e invece vediamo i suoi pensieri e costruiamo il suo viso.